Con questo contributo prosegue la mappatura sui progetti e le sperimentazioni visuali curata da Nicoletta Mandolini per la nostra Cartografia femminista. Questa volta Nicoletta descrive la crescente diffusione culturale e politica dei fumetti e delle graphic novels prodotte dalle artiviste femministe, che ultimamente si sono concentrate sul tema della libertà di scelta riproduttiva e contro le restrizioni al diritto di aborto in diversi paesi del mondo. Emblematico di questo processo è il caso della pubblicazione negli USA di “Comics for choice”, raccolta di fumetti sul tema dell’aborto che è diventata “risorsa educativa, strumento di battaglia culturale e grimaldello usato per la raccolta di fondi for choice” contro gli effetti della sentenza di annullamento dell’ormai celebre Wade v. Roe da parte della Corte Suprema USA.
La mappatura è aperta ai vostri contributi! Se state conducendo un progetto di questo tipo o lo state studiando, inviateci una presentazione del vostro lavoro a: ssqc.online@gmail.com.
Ringraziamo Nicoletta e buona lettura!

Comics for choice. Fumetto, giustizia riproduttiva e il potere del visual storytelling
di Nicoletta Mandolini (CECS – Universidade do Minho)
Quando, lo scorso 26 giugno, la Corte suprema statunitense ha deciso di abolire la celebre sentenza Roe vs Wade con cui, nel 1973, l’interruzione volontaria di gravidanza era stata largamente legalizzata e riconosciuta come diritto costituzionale, la notizia non è giunta inattesa. Già anticipato a maggio 2022 in seguito a un leak che aveva diffuso le intenzioni di voto dei giudici per gran parte conservatori designati durante il governo Trump, lo storico passo indietro americano si inserisce in uno scenario politico globale dominato dalla preoccupante ascesa di gruppi afferenti al calderone politico delle cosiddette nuove destre. Tra gli effetti, già largamente visibili, che la diffusione di tali gruppi e della retorica iperconservatrice che divulgano anche al di fuori della loro diretta sfera d’influenza la sistematica e geograficamente trasversale messa in discussione dei diritti alla salute riproduttiva delle donne e dei soggetti con utero. In Europa, il caso della Polonia, dove a gennaio 2021 il governo ha deciso di rimpolpare la già limitante legge sull’aborto tra le proteste di milioni di donne.
La rettifica della sentenza Roe vs Wade ha dato il via a un’eco di dissenso diffusasi a livello internazionale e non sono mancate le reazioni di artiste che, da tempo vicine ai movimenti femministi e alle loro posizioni, hanno accompagnato la sfera più prettamente politica e rivendicativa della protesta. Tra queste, numeros* fumettist* e vignettist* che hanno scelto di mettere la propria creatività a servizio della causa utilizzando sia canali formali come la pubblicazione in quotidiani o riviste che piattaforme informali come quelle messe a disposizione da Facebook o Instagram. La celebre vignettista femminista Liza Donnolly, per esempio, ha rivisitato l’emblema della statua della libertà per rappresentare la scarsa coerenza dell’operato della Corte con i principi di autonomia e indipendenza cari alla retorica nazionalista statunitense. Donnolly ha dichiarato al Washington Post come la decisione di contribuire alla battaglia simbolica per la giustizia riproduttiva sia stata il frutto di un moto di sdegno, paura e tristezza, sottolineando così la dimensione spiccatamente personale della sua operazione artistica. Non sorprenderà quindi la caratura intima e testimoniale dell’intervento artistico che molt* altr* creativ*, attivi soprattutto nell’ambito dell’arte fumettistica sequenziale, hanno deciso di condividere in risposta allo storico evento. Tra le tantissime voci quella di MariNaomi, fumettista autrice del graphic memoir Kiss&Tell: A Romantic Resume, Ages 0 to 22 (Harper Perennial 2022), in cui racconta la prima delle sue interruzioni di gravidanza, la quale ha amplificato il suo coming out sull’aborto pubblicando un Instagram comics in cui definisce i propri aborti come “stupendi” [wonderful], in quanto capaci di garantirle la vita di donna libera e felice che ora conduce.



Se l’uso politico (e femminista) della vignetta non stupisce, dato il suo annoso impiego come strumento di contestazione e satira politica, l’associazione tra fumetto sequenziale e rivendicazione attivistica femminista non è così scontata, nonostante la pratica sia ampiamente frequentata e storicamente accertata, per lo meno a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Solo in tempi recenti il binomio fumetto + femminismo ha iniziato a guadagnare riconoscimento critico (Chute 2018; Lund 2018; Mandolini 2020; Streeten 2020) e di pubblico grazie alla sua diffusione nell’area della pubblicazione online su social network e in libreria col formato graphic novel. Sul tema dell’aborto, al quale in passato le fumettiste femministe del mondo underground o di quello artivistico hanno dedicato vignette, strisce e zines, sono di recente stati pubblicati vari libri a fumetti. In Italia l’editrice divulgativa Beccogiallo ha dato alle stampe Piena di niente (2015), opera a quattro mani firmata dalla scrittrice Alessia Di Giovanni e dalla fumettista e illustratrice Darkam in cui si raccontano quattro storie realmente accadute di negazione dei diritti riproduttivi e di stigma intorno al tema dell’aborto. In ambito brasiliano, la fumettista Helo D’Angelo e la giornalista Joyce Gomes hanno scritto Quatro Marias (2019), un reportage a fumetti liberamente accessibile online sulla realtà dell’aborto nel grande paese sudamericano.
Negli Stati Uniti, l’antologia a fumetti Comics for Choice. Illustrated Abortion Stories, History, and Politics (2017), curato da Hezel Newlevart e O.X. Fox, è stato commissionato prima della sentenza della Corte suprema, quando in Texas (uno degli stati americani dove ora l’aborto è illegale) una nuova forte ondata neoconservatrice stava già limitando fortemente l’accesso ai servizi di salute riproduttiva per chi intendesse interrompere la propria gravidanza. Comics for Choice è ora, nel distopico scenario del post Roe vs Wade, uno degli strumenti che il National Network for Abortion Funds (NNAF) sta utilizzando per raccogliere fondi a sostegno della preparazione di campagne pro-choice negli Stati Uniti. Chiunque voglia, da qualsiasi parte del mondo, può scaricare la versione digitale del testo a fronte di un’offerta libera destinata al NNAF. Risorsa educativa, strumento di battaglia culturale e grimaldello usato per la raccolta di fondi, Comics for Choice raccoglie 267 storie a fumetti tanto eterogenee, per contenuto, forma e intento, quanto gli utilizzi che le attiviste americane per i diritti riproduttivi stanno facendo del fumetto.
Il caso Comics for choice la dice lunga sulle potenzialità che il fumetto, qui inteso come narrazione grafica con una dimensione sequenziale e tendente alla pratica dell’iconicità, ha nell’ambito della lotta politica per la giustizia riproduttiva, oltre che nell’area più vasta dell’artivismo femminista. I contributi all’antologia includono storie (spesso fattuali e in alcuni casi finzionali) di vita, guide informative e pamphlet a fumetti. Ognuno di questi generi espleta una funzione specifica e fondamentale nella battaglia per la legittimazione culturale dell’aborto: il racconto di storie capaci di offrire appigli identificativi e carica empatica a chi legge, l’offerta di un servizio educativo su tematiche mediche legate all’aborto (uso e funzionamento della pillola abortiva; cura personale nella fase post-interruzione), la critica politica di provvedimenti legislativi e situazioni sociali che mettono a repentaglio l’accesso ai servizi abortivi (il sistema statunitense che prevede l’aborto in cliniche specializzate; la segregazione economica che condiziona fortemente la possibilità di abortire per chi vive in stato di povertà).
Ciò si deve alla felice e produttiva adattabilità del medium fumetto, una caratteristica che gli studiosi di narrazioni grafiche hanno ampiamente identificato e discusso (Rippl e Etter 2013; Yu 2015; Serantes 2016), ma la cui veridicità è verificabile anche attraverso la constatazione della diversificazione che ha visibilmente interessato il fumetto in tempi recenti, basti pensare alla proficua contaminazione con il giornalismo (graphic journalism), con il genere della guida (graphic guide), con il discorso scientifico e medico (graphic science e graphic medicine), con l’autobiografia (graphic memoir) e la biografia (graphic biography). Ma l’adattabilità del fumetto non è l’unica qualità a rendere il medium un efficace veicolo per l’etica femminista che guida le lotte per l’autodeterminazione e la libertà in campo riproduttivo. Come conferma l’etichetta di narrazione grafica che viene oggigiorno sempre più comunemente assegnata al medium, il fumetto lavora parallelamente su due fronti principali: quello del racconto e quello della rappresentazione visuale. Entrambi sono di vitale importanza nel contesto delle campagne sull’aborto contemporanee. Da un lato, il ruolo cruciale ricoperto dalla pratica del cosiddetto storytelling è stato sottolineato da chi ha analizzato pratiche di attivismo come quella portata avanti in Irlanda nell’estate 2018, quando la vittoria del “sì” nell’ambito di uno storico referendum ha rimosso la clausola giuridica (il cosiddetto “8th amendment”) che considerava l’interruzione volontaria di gravidanza anticostituzionale.
Durante la campagna Repeal the 8th che ha portato alla schiacciante vittoria del movimento pro-choice alle urne, la condivisione di storie personali che vincevano il decennale stigma locale sulla sessualità e la salute riproduttiva femminile mettendo a nudo le discriminazioni, le sofferenze e le dinamiche di isolamento che la penalizzazione dell’aborto aveva comportato ha funzionato come vero e proprio “game changer” (Darling 2021). Dall’altro lato, in un panorama socio-cultuale in cui la dimensione del visuale la fa, ormai da tempo, da padrona e in cui le politiche riproduttive si appoggiano sempre più spesso al potere dell’immagine (Pollack Petchesky 1987), è imperativo continuare ad analizzare e fronteggiare il proliferare di immagini fetali e il massiccio, sebbene spesso ingannevole (Stabile 1992; Taylor 1992; Lavin 2001), uso che di queste viene fatto da parte di attivisti anti-aborto. Come dimostra Comics for Choice, in cui non poche fumettiste ricorrono alla rappresentazione visuale dell’immagine ecografica inserendola in contesto (il corpo della donna e la sua inalienabile storia di vita) per decostruire la presunta assolutezza, integrità e scientificità dei ritratti fetali diffusi in ambito ultraconservatore, il fumetto è un asso nella manica per chi è interessato a difendere (e, perché no, rilanciare) il diritto alla scelta di milioni di persone, donne, e non solo.
Riferimenti bibliografici:
Chute, H. 2018. “Feminist Graphic Art.” Feminist Studies 44.1: 153-170.
Darling, O. 2021. “Storytelling and the Repeal of the 8th Amendment: Narrative and Reproductive Rights in Ireland.” Rutgers School of Arts and Sciences. https://irw.rutgers.edu/rejoinder-webjournal/issue-5-storytelling-for-social-change/483-storytelling-and-the-repeal-of-the-8th-amendment-narrative-and-reproductive-rights-in-ireland [ultimo accesso 05/09/2022].
Lund, M. 2018. “Comics Artivism. A (Partial) Introduction.” Scandinavian Journal of Comic Art 3.2: 39-54.
Mandolini, N. 2021. “Let’s Go Graphic. Mapping Italian Graphic Novels on Gender-Based Violence.” Journal of Graphic Novels and Comics 12.5: 939-963.
Petchesky, R. P. 1987. “Fetal Images: The Power of Visual Culture in the Politics of Reproduction.” Feminist Studies 13.2: 263-292.
Rippl, G., Etter, L. 2013. “Intermediality, Transmediality, and Graphic Narrative.” In From Strips Comics to Graphic Novels: Contributions to the Theory and History of Graphic Narrative, a cura di D. Stein e J. Thon, Berlino e Boston: De Gruyter, 2015.
Serantes, L.C. 2016. “When Comics Set the Pace.” In Plotting the Reading Experience. Theory/Practice/Politics, a cura di K. J. Skjerdingstad e P. Rothbauer, L. McKechnie, K. Oterholm, Waterloo, Canada: Wilfrin Laurier University Press, capitolo 14.
Stabile, C. 1998. “Shooting the Mother.” Fetal Photography and the Politics of Disappearance.” In The Visible Woman. Imagining Technologies, Gender and Society, a cura di P. A. Treichler, L. Cartright e C. Penley, New York: New York University Press, pp. 171-197.
Streeten, N. 2020. UK Feminist Cartoons and Comics. New York e Londra: Palgrave.
Taylor, J. S. 1993. “The Public Foetus and the Family Car. From Abortion Politics to a Volvo Advertisment.” Science and Culture 3.4: 601-618.
Yu, H. 2016. The Other Kind of Funnies: Comics in Technical Communication. New York e Londra: Routledge.
Per citare questo articolo:
Mandolini, N. (2022), Comics for choice. Fumetto, giustizia riproduttiva e il potere del visual storytelling, in Studi sulla questione criminale online, https://studiquestionecriminale.wordpress.com/2022/09/05/comics-for-choice-fumetto-giustizia-riproduttiva-e-il-potere-del-visual-storytelling